La separazione è tra le cause più comuni di importanti episodi depressivi. Accettare il dolore che ne deriva è un modo di condurre responsabilmente la relazione ad una fine, cosa che in alcuni casi è una scelta inevitabile che porterà ad un cambiamento di vita.
La separazione si accompagna ad una perdita
Chi, pur consapevole che un rapporto non dava più il nutrimento necessario, è stato così deciso da rompere il legame senza dolorosi ripensamenti?
Il dolore è un sentimento inevitabile che accompagna la perdita e ci dà la misura della profondità del legame esistente.
Sentire dolore è auspicabile, se siamo impegnati solo a scacciarlo, c’impantaniamo nella sofferenza, rimanendo ostinatamente aggrappati a quello che non c’è più.
Quando finisce una relazione?
La confusione che precede la separazione
Tratto da un racconto di Carlo Lucarelli, “Il giorno di san Valentino”, in “Il lato sinistro del cuore”
era un amore che stava per finire, un amore stanco, ma succede sempre così, uno è indeciso, vorrebbe troncare, sente che è sbagliato, che va male, poi c’è qualcosa che dovrebbe fartelo capire, dartene il motivo e la forza, e invece no, è il momento che ti ci attacchi, ciecamente, ostinatamente, e ci resti. Lo so è confuso, ma sono confuso anch’io.
A che cosa dà voce questo breve passo?
Quando una relazione sta per finire, è difficile trovare la forza che serve per rompere il legame col partner. Convivono confusamente l’affetto e la consapevolezza che il nostro bisogno di protezione non contribuisce più a tenere saldo il legame.
Quello che verrà ci spaventa ma restare ci addolora comunque.
L’altro non svolge più la funzione di rifugio sicuro che ci calmava quando ci sentivamo in ansia, se gli abbiamo permesso di svolgere questa funzione! La casa è il luogo sicuro per eccellenza. Se tornando a casa siete o siete stati angosciati allora è il momento di trovare la forza per dividere le vostre strade.
Gli scrittori esprimono i movimenti dell’anima. Fotografano un’esperienza e, come in questo caso, prestano alla carta qualcosa di sè: l’intimità della loro anima. Mentre leggiamo ci troviamo a provare la sensazione che è proprio quello che è successo a noi.
La confusione è un modo di proteggersi dal dolore e per prendere distanza da ciò che ci fa male. Questo rimescolamento di sensazioni, emozioni, immagini del passato è l’ambiente fertile che tiene sopita e al tempo stesso può generare l’intenzione con cui costruire un nuovo progetto di vita…Impossibile rimanere lucidi saremmo delle macchine insensibili.
Prima della separazione
Costruire un progetto di vita insieme implica un percorso fatto anche di inevitabili trasformazioni.
Nelle relazioni sicure che durano nel tempo, i partner utilizzano le energie che si liberano dal conflitto, per affrontare le sfide nel momento in cui si presentano, ciò dà la possibilità di cambiare il loro assetto interno e adattarsi meglio alle esigenze del presente.
É un percorso comune che dall’innamoramento evolve in un amore costruito con più consapevolezza. Uno studioso degli stili amorosi, John A. Lee, li raggruppa in sei categorie:
- l’eros: l’amore passionale;
- il ludus: l’amore si fa per gioco;
- lo storge: l’amore amicale;
- la mania: l’amore possessivo;
- il pragma: l’amore logico;
- l’agape: l’amore altruistico e disinteressato;
Non sono categorie rigide, nelle relazioni si utilizza più di un ingrediente per fare una buona ricetta.
I momenti di una separazione
Le reazioni ad una separazione si succedono in tutte le culture umane in tre momenti: la protesta, la disperazione e il distacco, come tra due amanti così tra madre e bambino, ciò avviene dove i legami affettivi sono profondi e radicati.
1. Fase della Protesta
Agitazione, grida, pianto, difficoltà ad accettare l’offerta di conforto e consolazione da parte degli altri: la persona abbandonata agisce come se queste manifestazioni possano convincere chi se n’è andato ( o chi se ne sta andando) a tornare.
2. Fase della Disperazione
Alla protesta attiva succede la disperazione in cui la consapevolezza che la perdita è irreparabile si accompagna a reazioni somatiche: inattività, depressione, disturbi del sonno, sentimenti dolorosi.
3. Fase del Distacco
Col tempo ci si allontana emotivamente come se fosse stata accettata la realtà delle cose e cioè che non tutto, soprattutto le persone, può stare sotto il nostro controllo.
La separazione responsabile
Ovviamente non sempre le relazioni, felici o infelici che siano, durano tutta la vita.
Due compagni si separano se si rendono conto che sono talmente cambiati nel tempo che le loro scelte non sono più compatibili, se emergono conflitti difficili da superare o se uno dei due trova un partner da cui si sente capito e protetto di più, se le occasioni della vita li portano a compiere scelte diverse.
La separazione sopraggiungerà dopo una valutazione, più o meno conscia, di cosa li unisce e cosa li divide. Non è un percorso che segue una linea razionale, ma la decisione finale sarà improntata ad un bilancio di ciò che va bene e ciò che va male.
Dopo tentativi di trovare un dialogo, se non si riesce a ricucire, uno dei due, non sempre il più coraggioso, prenderà la decisione perchè sente che il momento di lasciarsi non può essere più rimandato.
Un momento comunque doloroso per entrambi ma che non pregiudica la loro autostima se hanno prestato ascolto alle loro motivazioni profonde.
Entrambi i partner continuano a credere nell’amore duraturo anche dopo una separazione e sanno che i sentimenti romantici vanno e vengono, questo non eclude che a volte l’amore possa raggiungere di nuovo l’intensità che si prova nell’innamoramento. Fondamentalmente, si fidano e sono capaci di offrire e ricevere aiuto dal partner come da altre persone. Sono disponibili a comprendere e a perdonare gli errori e, se non lo sanno, anche le scappatelle.
La consapevolezza del perchè si è stati così tanto infelici in una relazione, di ciò che ha portato a quel tipo di scelta e dei motivi che rendono così difficile romperla possono essere di grande aiuto a recuperare un modo di amare e di essere amati che non sia doloroso e distruttivo.