Insonnia, che fatica addormentarsi!
Il sonno, strano a dirsi, è una delle attività che ci impegna di più, ma l’insonnia è un disturbo del sonno sempre più diffuso.
Passiamo un terzo della nostra vita a dormire, meno a mangiare, molto meno a camminare. Un sonno ristoratore è invocato quando siamo stanchi. Pur essendo troppo stanchi facciamo fatica ad addormentarci.
La delicata fase del dormiveglia
Se siamo troppo tesi non riusciamo a rilassarci per entrare nel dormiveglia. Questa prima fase del sonno è detta di sonno leggero ed è caratterizzata dal rilassamento muscolare. Mentre i muscoli si rilassano la nostra mente produce immagini come in un frullatore: alcune riguardano ciò che abbiamo fatto durante il giorno oppure ciò che faremo domani. Se qualcuna di queste ci preoccupa diventiamo tesi e ostacoliamo il processo di rilassamento, quindi subentra l’insonnia.
Consigli yoga per rilassarsi
Lo yoga nidra, lo yoga del sonno ci consiglia di porsi nella posizione dello shavasana ovvero del cadavere: ci mettiamo supini con le braccia distese lungo i fianchi e i palmi delle mani che guardano il cielo, avendo cura di stendere il collo senza inarcare la cervice. Le gambe sono leggermente divaricate con i piedi rivolti all’esterno. Se ne sentite la necessità ponete un cuscino sotto le ginocchia, per stendere meglio i lombari.
Prendiamo contatto col nostro respiro e, respirando col naso, iniziamo a portare l’attenzione su di esso: l’aria leggera e fresca che entra dal naso e esce tiepida, il diaframma che si muove in su e in giù.
Poi si fa qualcosa che assomiglia al consiglio della nonna di contare le pecore. Nominiamo tutte le parti del nostro corpo partendo dal mignolo del piede, visualizzandole o portando semplicemente l’attenzione su di esse. Dopo le dita dei piedi, il dorso e la pianta del piede, su fino al polpaccio.
Nel rilassamento progressivo più parti del corpo riuscirete a nominare più sarà efficace.
Chi soffre d’insonnia ha fretta di addormentarsi e non cura abbastanza questa delicata fase in cui dovremmo rassicurarci, non succede nulla di male se ci lasciamo andare.
La psicoterapia alleata dei sogni
Quanti di voi ricordano nell’infanzia la brutta esperienza che mentre ci rilassavamo nel dormiveglia ci apparivano immagini orribili e terrifiche?
“Il sonno della ragione genera mostri” e i mostri sono una personificazione della paura di una mente immatura che sta imparando a pensare. Da grandi i mostri sono le piccole paure che abbiamo imparato a dominare durante la veglia che ci chiedono il conto a fine giornata quando siamo esausti.
C’è una lotta antichissima tra luce e buio. Nella cultura cristiana si indugia nella luce e il buio viene identificato con il male. Ma cosa sarebbe il giorno senza la notte? Impossibile saperlo: noi riconosciamo il giorno proprio perché è in antitesi al buio.
C. G. Jung, il capostipite della psicologia analitica, dice che tra le prime fasi di una psicoterapia c’è la lotta con l’ombra e più ci addentriamo nell’ombra, più ci avviciniamo alla luce della comprensione.
L’insonnia è un sintomo, e se non vi piace l’idea di ricorrere alle pilloline ipnotiche che abbondano sugli scaffali delle farmacie, potreste farvi accompagnare ad ascoltarlo e vedere di cosa vi parla, dove vi porta.
Lo yoga è un’antichissima via di conoscenza ma a volte non è sufficiente per ritrovare serenità.