La depressione è un disturbo dell’umore trasversale
Per certi versi la depressione è un modo che ha l’organismo di costringerci a fermare la corsa, a rallentare per curarci di una ferita che si è riaperta in profondità ed è dolorante. Colpisce in modo diverso tutti gli stili di personalità, quando vi è una rottura di un legame di attaccamento, una separazione. Ne parleremo distinguendola da stati d’animo normali per riconoscerla.
La depressione nelle statistiche
Da un recente studio apparso sulla rivista BMC Medicine e condotto su 18 paesi, la depressione colpisce 121 milioni di persone compromettendo le capacità lavorative e di relazione.
Ne soffre almeno il 15% dei soggetti nei paesi ricchi, il 5,5% dei soggetti ha sofferto di almeno un episodio depressivo nell’ultimo anno.
Le donne hanno una probabilità doppia rispetto agli uomini di soffrire di depressione. La perdita del partner per separazione, divorzio o lutto è una delle cause più comuni. É strettamente correlata alle condizioni socio-economiche. Inoltre gli italiani non sono i più depressi dell’UE.
Malinconia
La malinconia è il desiderio di qualcosa che non abbiamo mai posseduto veramente, eppure se ne sente la dolorosa mancanza. La persona malinconica è silenziosa, introversa, fantasiosa e romantica.
É lo stato d’animo più produttivo per gli artisti e se lo si accoglie ispira gesti creativi.
Solo se non te ne fai spaventare ti porta ad una conoscenza più profonda del tuo mondo emozionale. Ti porta a passare attraverso gli eventi con un ritmo più lento, a rispettare maggiormente la necessità fisiologica dell’organismo di attività e stasi, contatto e ritiro.
I pensieri in sua presenza sono ovattati su uno sfondo emotivo denso che permette di sintonizzarsi sulla sofferenza e il dolore altrui. I maliconici riescono a essere molto empatici e a cogliere le sottili sfumature che rendono i sentimenti unici.
L’archetipo del dio Ade domina questo stato emotivo. Nella sua fucina questo dio ombroso forgiava armi invincibili e gioielli di inestimabile valore. Seppur brutto e claudicante era lo sposo di Venere, la dea della bellezza.
Se i malinconici hanno fatto pace con la loro inclinazione e sono persone attive e immerse in una rete di relazioni, pur ricercando il raccoglimento solitario, non siamo in presenza di una depressione.
Tristezza
Quando arriva la tristezza, il più delle volte ci diciamo: ”Devo reagire!”.
Ingaggiamo una lotta nel tentativo di zittirla. Altre volte la stordiamo con i divertimenti. Così diventa ancora più amara e per liberarci dalla tensione causata dalla negazione, insceniamo drammi fatti di recriminazioni, lamenti, sensi di colpa, vergogna. Dovremmo invece accettarla per quello che è, farci accompagnare nel labirinto dell’anima per capire qual’è il bisogno frustrato da cui proviene.
Un litigio con una persona cara in cui non siamo riusciti a farci comprendere nelle nostre intenzioni, una spesa imprevista che ci deve far rinunciare ad un week-end che avevamo progettato da tempo, uno scoppio di collera che sentiamo ingiusto verso il partner, o semplicemente il tempo oggi è grigio e piovoso e noi avevamo bisogno di sole e luce. Quando rievochiamo queste scene al lume fioco della tristezza, l’ostilità generata dalla frustrazione di un bisogno tende a dissolversi.
Se succede ad un malanno passeggero, la tristezza va accolta e assaporata, se perdura nel tempo e si unisce agli altri sintomi della depressione è indicato un consulto da uno specialista, perchè potrebbe lasciare strascichi dolorosi.
La depressione come disturbo affettivo
Uno dei bisogni fondamentali dell’uomo è la sicurezza. Quando gli eventi, percepiti o reali, minano la base sicura che portiamo dentro di noi, e che ci ha permesso di costruire legami affettivi, ci deprimiamo.
L’equilibrio tra malinconia e euforia è tra i più delicati degli equilibri psichici. Ogni individuo apprende da sé a consolarsi nel dolore, se ha vissuto in un clima familiare caratterizzato dalla tristezza. E quando la consolazione è efficacie si può andare incontro al mondo, essere aperti alle esperienze e fare progetti.
Freud in “Lutto e melanconia” ricostruisce la dinamica inconscia di questo disturbo. Colui che soffre di un lutto, o per una perdita di un oggetto d’amore, si risente del fatto di essere abbandonato e prova sensi di colpa perché è in collera con chi ha amato. Non può più esprimere il suo odio in una relazione vissuta, così lo rivolge contro di sé, svalutandosi. Amore e odio sono entrambi sentimenti che è possibile vivere in un legame sicuro. É importante che in un rapporto ci sia spazio per questa ambivalenza.
Credere di essere amati e approvati da tutti è un vano tentativo di annullare la perdita, come dipendere eccessivamente dagli altri per il mantenimento dell’autostima.
I depressi s’identificano con la vittima non con l’aggressore e allora perché manifestano tutta questa ostilità? Perchè si sentono impotenti e non ritengono di avere diritto di reagire aggressivamente agli scossoni della vita, credono di non meritare di stare meglio, sono fatalisti.
Infatti chi ha un umore depresso non riesce a sentirsi meglio, neanche temporaneamente, quando accade qualcosa di positivo.
In discussione non è solo il legame con l’altro, c’è qualcosa di più radicale in gioco: il senso della vita, la ragione per cui stare al mondo, la speranza di trovare la propria dimensione.
Nella depressione il dolore è diverso da quello normale e in alcuni casi è peggiore al mattino. Quando ci si sveglia, perché si è riusciti a strappare all’insonnia qualche ora di tregua, si sente come una penosa afflizione nel petto e nell’addome.
I sintomi della depressione
Te li racconta Fernando.
I sintomi della depressione sono del tutto simili ad una normale flessione dell’umore eccetto per la durata e l’intensità.
- Umore depresso, tristezza sproporzionati rispetto alla reale situazione di vita della persona.
- Scarso appetito e perdita di peso oppure aumento di appetito e di peso.
- Disturbi del sonno (insonnia); difficoltà dell’addormentamento (insonnia iniziale), difficoltà a riaddormentarsi dopo essersi svegliati nel cuore della notte, risveglio precoce al mattino; oppure desiderio di dormire a lungo.
- Modificazione del livello di attività: si può diventare rallentati o agitati.
- Perdita di interesse e di piacere per le attività consuete e per l’attività sessuale.
- Perdita di energia, grande stanchezza.
- Apatia: incapacità di entrare in contatto con tutta la gamma delle emozioni.
- Concetto di sé negativo; auto-denigrazione e auto-biasimo, sentimenti di indegnità e di colpa, bassa autostima.
- Lamentele o segni oggettivi di difficoltà di concentrazione, rallentamento del pensiero e indecisione.
- Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio.
Le persone tra i 40 e i 50 anni devono affrontare alcune difficoltà legate al ciclo di vita: dubbi sulla loro attrattiva sessuale, la consapevolezza che non c’è più molto tempo per raggiungere certi scopi nella vita, la perdita del contatto con i figli che crescono. Inoltre eventi luttuosi, separazioni e una ridotta energia vitale rendono più vulnerabili alla depressione le persone di quest’età.
Una metafora per addentrarsi nel male oscuro
“La depressione è una signora vestita di nero che bisogna far sedere alla propria tavola ed ascoltare” (C.G.Jung)
Umor nero, sentimenti di delusione, frustrazione, tristezza, sensi di colpa i cavalieri che l’accompagnano. In loro presenza avvertiamo che non siamo come vorremmo essere, a disagio ci sottoponiamo alle prove della vita che sentiamo ingiusta. Non riusciamo a tollerare le frustrazioni, ce ne sfugge il senso che collochiamo in un disegno troppo grande per le nostre forze. Le frustrazioni, le delusioni, le costrizioni ci rendono rabbiosi e se giudichiamo in modo negativo questa rabbia ci sentiamo in colpa.
L’emozione che nutre i sensi di colpa è, per l’appunto, la paura di essere puniti da un avversario con una forza sovrumana, da una divinità potentissima. Infatti è in seno alle religioni che nasce questo sentimento.
Nell’infanzia i genitori sono giganti a cui attribuiamo poteri grandiosi, man mano che il rapporto di forze diventa più equo, il bambino scopre il potere di agire deliberatamente. Nella depressione siamo irretiti dall’illusione di essere ancora in balia di queste tragiche forze. Quando smettiamo di consumarci nella lotta contro i sensi di colpa, la rabbia diventa pura energica combattività. Il guerriero vede i propri desideri, afferma se stesso e conquista ciò che gli piace, svelando il senso della propria lotta e della propria fatica.
Solo alla fine il guerriero può far ritorno a casa e riposarsi al riparo, nella confidenza delle amorevoli cure domestiche. Sedendosi a tavola a chiacchierare con la vecchia signora del destino di quei cavalieri che ha affrontato apertamente e che finalmente conosce, si avvede del fatto che si può vincere o perdere, ma non si può evitare il dolore che l’umano errare porta in grembo.
Suggerimenti antidepressivi
Abbiamo detto che in determinate condizioni la depressione è un processo fisiologico dell’attività psichica che coinvolge lo stato di benessere psico-fisico. Qui di seguito propongo alcuni suggerimenti che vi possono aiutare ad accompagnarvi in questo stato così doloroso, ma che non possono sostituire il consulto con uno psicoterapeuta. Che cosa ci protegge dalla depressione?
- Una rete sociale di sostegno fatta di amici, parenti, il vostro compagno, vi aiuterà a ricercare persone che sono disponibili ad ascoltarvi e a rimandarvi una lettura della realtà più obiettiva.
- Non indugiate nelle lamentele, cercate di dedicare loro un tempo limitato ogni giorno, scegliendolo volontariamente.
- Fate una vita attiva: non rimandate impegni e decisioni.
- Coccolatevi soddisfacendo desideri anche piccoli che vi restituiscano il senso del vostro valore.
- Gestite la vostra quotidianità seguendo anche l’intuito e la fiducia del cuore, non vivete solo nella testa inseguendo i doveri.
- Curate il corpo: è provato scientificamente che l’attività fisica ha una ricaduta positiva sullo stato emotivo, vanno bene anche le discipline orientali utili per recuperare energie (yoga, qi- cong ecc.). I massaggi di qualsiasi genere, il contatto fisico vi farà recuperare sensualità. Anche l’agopuntura vi può aiutare in questo momento di flessione dell’energia.
- Ascoltate gli altri, le loro esperienze potrebbero essere da stimolo per delle riflessioni su voi stessi.
- Tentate di spostare i vostri impegni, per quanto vi è possibile, nelle ore serali, ore in cui si attenuano i sintomi.
- Fate attività manuali come dipingere, fare bricollage, origami, giardinaggio, se possibile in gruppo. Rilassa e aiuta la concentrazione.
- State nella natura: il verde è il colore associato al chakra del cuore.
Sperare che qualcuno torni a sorriderci è un’attitudine da ricostruire partendo da quella tristezza. L’intenzionalità, nascosta dietro un sottile velo, a perseguire il proprio benessere farà il suo corso, dopo una scelta. Il mondo è grande e affollato di persone, basta esplorare le possibilità che ci offre.
è difficile descriversi, tradurre in parole le proprie emozioni, il proprio sentire quando in primis si ha difficoltà anche a tradurlo a se stessi…..La vera tristezza non è quando, a sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro in casa, ma quando tu non attendi più nulla dalla vita.
E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di passaggio.
Quando pensi, insomma, che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti. E nessun’anima viva verrà a bussare alla tua porta. E non ci saranno più né soprassalti di gioia per una buona notizia, né trasalimenti di stupore per una improvvisata. La vita allora scorre piatta verso un epilogo che non arriva mai, come un nastro magnetico che ha finito troppo presto una canzone, e si srotola interminabile, senza dire più nulla, verso il suo ultimo stacco
Il passato vissuto che prende lo spazio del presente e che ti obbliga a rimanere fermo anche se una parte di te vorrebbe con tutte le sue forze rompere queste catene…e alla fine ti senti stanca ed esausta